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Karina Smigla-Bobanski, ADA interactive sculture
Un’installazione interattiva dedicata ad Ada Lovelace, la donna che prima al mondo scrisse un software.

Ada, una nuova creatura post-industriale.

 

L’OMM – Odunpazarı Modern Museum di Eskişehir, in Turchia, ospita una scultura cinetica interattiva che prende il nome da Ada Lovelace, una delle prime programmatrici di computer al mondo.

 

ADA, di Karina Smigla-Bobinski, è un enorme strumento di disegno interattivo fluttuante che porta alla luce i talenti creativi nascosti di questo macchinario, è controllato dall’uomo, ma produce un proprio linguaggio autonomo in segni di carboncino sulle pareti, i soffitti e i pavimenti bianchi dello spazio della galleria.

 

Portando avanti la missione di OMM di promuovere progetti che combinano l’arte, il design e la tecnologia, l’installazione sarà in azione al museo dal 15 febbraio, in occasione della sua apparizione inaugurale in Turchia. Durante la cerimonia d’apertura per il lancio dell’installazione, la ballerina Li Kehua ha diretto i movimenti iniziali di ADA in dialogo con il suo corpo, creando le prime tracce della macchina nel museo.

 

La figlia del rinomato poeta Lord Byron, Ada Lovelace, insieme a Charles Bridge, ha sviluppato il primissimo prototipo di un computer nel XIX secolo. Mentre Babbage ha fornito la prima macchina informatica, lei ha creato il primo software. Lovelace fu la prima a riconoscere che il potenziale dei computer si estende oltre al mero calcolo; si prefissò di creare una macchina che fosse in grado di dipingere e scrivere poesie. In modo analogo, ADA estende le possibilità di automazione in un campo di generazione creativa.

 

Influenzata dalle sculture meccaniche di Jean Tinguely, ADA è una creatura post-industriale che sfida lo spirito della biotecnologia con i suoi risultati strutturati e autodeterminati. La scultura cinetica di Smigla Bobinski prende le sembianze di un pallone trasparente simile ad una membrana riempita d’elio e tempestato di punte in carboncino. Attivata dai visitatori, la sfera ruota intorno la stanza con un’energia inarrestabile, lasciando tracce di carbone indecifrabili sulle superfici che incontra. Non appena le pareti bianche dell’area espositiva iniziano a riempirsi di segni, viene fuori una struttura complessa.

 

Nonostante i visitatori possano controllare la traiettoria di ADA, la forma della composizione non può essere calcolata in anticipo; il movimento autonomo crea una serie di schemi e segni in continua evoluzione che diventano il suo linguaggio simbolico. ADA è movimento che si percepisce visivamente, come se assistere un computer producesse un’elaborazione non appena si da un comando.

 

Così come la visione poetica che Lovelace aveva per i computer ha raggiunto il livello base di esecuzione dei comandi, ADA di Smigla-Bobinski è una macchina che agisce come un artista indipendente, la cui produzione spontanea può essere decodificata solo attraverso la forza umana dell’associazione.